RALLY FIDUCIOSO, MA IL TEST E' OGGI

10/03/2022 08:15

Le dichiarazioni che si sono sentite negli ultimi due giorni, di Zelensky, disposto ad abbandonare il sogno ucraino di entrare nella NATO e a trattare sui territori contesi di Crimea e Donbass, ma anche quelle del ministero degli esteri russo, che la Russia non vuole più il rovesciamento del governo Zelensky, sono i primi passi avanti concreti, dopo due settimane di guerra, per intavolare una trattativa che possa arrivare ad una soluzione diplomatica del conflitto ucraino e ponga fine alla carneficina.

I mercati europei, schiacciati da un calo che è ha lasciato sul terreno quasi il 30% del valore di Eurostoxx50 dal massimo del 5 gennaio al minimo del 7 marzo, li hanno festeggiati con un rally della speranza, che ha intensificato il suo vigore per tutta la seduta di ieri, perché agli acquisti di chi puntava sul rimbalzo si sono aggiunti quelli di chi chiudeva precipitosamente le operazioni short aperte all’inizio della guerra, al fine di portare a casa guadagni ancora consistenti. Così il saldo a fine seduta è stato spettacolare: +7,44% per Eurostoxx50, quasi +8% per il Dax tedesco e oltre il +7% per gli altri indici principali d’Europa. Molte blue chips europee hanno mostrato rialzi a doppia cifra e molta fretta di mettere alle spalle il pessimo primo trimestre 2022.

Si è festeggiato anche in USA, ma con meno entusiasmo, dato che gli indici americani sono stati massacrati meno di quelli europei ed hanno perciò meno da recuperare. SP500 ha chiuso con +2,57% e Nasdaq100 con +3,58%.

Accanto al rimbalzo dell’azionario dopo molti giorni tristi, abbiamo visto evidenti cali da parte delle materie prime e dei beni rifugio, a conferma che sono state proprio le speranze di pace ieri il driver per tutti i mercati. Per questi asset si tratta della prima correzione degli eccessi accumulati nelle molte sedute di rialzo che hanno accompagnato i bombardamenti russi.

Nonostante il forte sospiro anticipato di sollievo dei mercati, non posso nascondere che quello che abbiamo visto ieri è solo un rimbalzo, per quanto ampio possa essere stato. Nei mercati ribassisti scambiare un rimbalzo per un’inversione è un errore che può costare caro.

Perciò ritengo che sia necessario attendere che questo rialzo sostituisca, nelle sue fondamenta, le speranze con fatti concreti.

Ne avremo già oggi un primo ed importantissimo riscontro con il colloquio che si svolgerà in Turchia, sotto l’egida di Erdogan, tra il ministro degli esteri dell’Ucraina Kuleba e quello della Russia Lavrov. È il massimo livello di rappresentanza oggi possibile. Sarà la durata del colloquio a misurare la credibilità delle intenzioni negoziali delle parti in causa. Se sarà breve e troppo interlocutorio probabilmente la Russia riprenderà di gran carriera a bombardare le città, dopo che ieri, come segnale di buona volontà o forse solo per crearsi un alibi, ha consentito per la prima volta l’uso effettivo dei corridoi umanitari per evacuare oltre 40.000 civili dalle città assediate del sud dell’Ucraina e limitato un po’ i bombardamenti. Si è però macchiata del grave crimine di aver colpito l’ospedale pediatrico ed ostetrico di Mariupol.

Se i colloqui odierni dureranno e culmineranno con la calendarizzazione di un seguito in tempi ravvicinati, avremo il segno che il disgelo tra le parti è avvenuto e che la diplomazia può raggiungere un compromesso onorevole per tutti. Il massimo lo otterremmo se venisse annunciato un faccia a faccia diretto tra Zelensky e Putin.

È impossibile fare previsioni, anche perché accanto alle aperture ieri sono stati anche ribaditi paletti negoziali che non facilitano il compromesso.

Per questo l’entusiasmo di ieri rischia di essere una rondine che non fa primavera, e la cautela è d’obbligo, anche oggi.