La seduta di ieri ha un po’ sorpreso gli addetti ai lavori, perché, nonostante Wall Street avesse mostrato lunedì una certa capacità di recupero nella seconda parte della sua seduta, quando l’Europa azionaria era già chiusa, riportandosi con SP500 e Nasdaq100 a poca distanza dai massimi storici, ieri le borse europee sono state restie a rincorrere il rialzo americano.
Anzi, hanno addirittura passato tutta la seduta in ribasso, con un solo spunto di vivacità tra l’ora di pranzo e l’apertura di Wall Street, quando hanno tentato invano di azzerare le perdite. Con l’apertura delle contrattazioni USA, constatato che gli indici americani anche ieri parevano un po’ mosci nelle fasi iniziali, gli indici europei hanno ripreso la via del ribasso per chiudere la seduta vicino ai minimi del mattino e con perdite giornaliere generalmente peggiori del punto percentuale.
Anche ieri Wall Street si è poi rianimata nella seconda parte della seduta, quando le borse europee avevano già mestamente chiuso i battenti. SP500 e Nadaq100 hanno recuperato le iniziali perdite e chiuso anche ieri in positivo. SP500 (+0,15%) e Nasdaq100 (+0,29%) hanno così attuato un recupero contrassegnato da 3 minimi ascendenti consecutivi, anche se ieri non sono riusciti a sfondare la resistenza costituita dal massimo iniziale della seduta di lunedì. Va detto comunque che al momento la distanza dei due principali indici USA dal rispettivo massimo storico è leggermente inferiore all’1% per SP500 e l’1,3% per l’indice Nasdaq100. Un’inezia, che potrebbe essere percorsa in una sola seduta euforica.
Tutt’altro clima si vede invece in Europa, dove la chiusura negativa di ieri ha allontanato Eurostoxx50 dal suo massimo pluriennale del 2 aprile scorso di 3,26 punti percentuali. Anche il Dax, che in questo 2024 ha brillato come il miglior indice d’Europa, alla chiusura di ieri sera si trovava a 2,63% di distanza dal suo massimo storico del 15 maggio.
Tutto ciò costituisce la prova di una decisa sottoperformance europea rispetto agli indici USA. Un fatto che nelle ultime settimane abbiamo già notato più di una volta e su cui, dopo quel che abbiamo visto ieri, siamo costretti a tornare.
Lo farei ricorrendo all’indicatore “spread ratio”, detto anche indice di forza relativa comparata. Si tratta di un semplice rapporto tra il valore di due indici (o due titoli). Esprime una sorta di rapporto di cambio tra i due valori. Prendiamo come fattori del rapporto l’indice europeo Eurostoxx50, al numeratore, e l’indice USA SP500, al denominatore.
Valori crescenti dimostrano che l’indice al numeratore sta sovraperformando l’indice al denominatore. Valori decrescenti mostrano, all’opposto, risultati migliori per l’indice che sta al denominatore.
Se osserviamo questo indice dall’inizio di novembre 2023 fino a ieri, un periodo caratterizzato da due gambe di forte rialzo intervallate da due fasi correttive, osserviamo che lo spread ratio Eurostoxx50/SP500 è rimasto abbastanza stabile durante il primo rally di un mese e mezzo fino a metà dicembre 2023; si è fortemente deteriorato durante la prima correzione da metà dicembre a metà gennaio 2024; è tornato a crescere durante il rally di inizio 2024 fino ad fine marzo; è rimasto oscillante, ma in direzione orizzontale nella prima fase della correzione di aprile, per poi deteriorarsi decisamente nella seconda fase della correzione fino ad oggi.
Ne ricaviamo che l’azionario europeo tende a sottoperformare durante le correzioni, nelle quali scende assai più di SP500. Quando invece regna l’ottimismo tiene il passo dell’indice USA, ed a volte va persino meglio.
Ora siamo in un punto di evidente divaricazione, con gli indici americani vicino ai massimi storici e quelli europei assai più vicini ai minimi della correzione in atto che ai loro massimi storici o pluriennali. E’ un ulteriore segno di scarsa partecipazione al rialzo, che si aggiunge agli altri descritti nei commenti dei giorni passati, quando abbiamo notato gli indici USA salire per merito di una minoranza di titoli e trascinati dai dominatori del Nasdaq.
E’ possibile che gli indici USA nei prossimi giorni migliorino ancora i propri record storici? Certamente. Ma questo rialzo continua a sembrare piuttosto precario e con poche possibilità di proseguire molto oltre. A meno che gli eventi non spingano altri mercati ed altri investitori a salire sul carro del rally trascinato dal toro.
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